Detta fu la fine, la fine, si chiamò per nome.
Il tempo.
Nella logica è suddiviso in sincronicità. Nella pratica, esperienza e teoria sono equivalenti.
Il tempo si suddivide in particelle anacronistiche, ovvero, nessuno di noi ancora oggi ricorda il tempo trascorso ma il passato(trascorso).
Il tempo.
C’è il tempo, quello fatto di microrganiche pulsioni, di paletti mentali dovuti a duemila anni di senso di colpa(e del peccato), quello della cronologica prescienza, del piattume sensoriale e dell’idioma iconografico dell’attesa.
Poi c’è il cambiamento. Senza tempo. Fuori da ogni legge di gravità.
Nessuna giustificazione, il cambiamento non è una necessità ma un’esigenza dovuta alle nostre piastrine. Cambiare cambiando.
Tutto cambia?
Tutto si trasforma cambiando. Non è solo un gioco di parole. Son le parole che creano il guasto. Guadare un fiume, attraversare un fiume, questo è un guasto.
Ma la musica ci riporta sempre all’origine.
Con la sua perfetta poetica di note e bellezze canore.
Tutto cambia.
panta rei…
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Si Ludmilla, anche ‘:)
Ciao! Sorrisi!
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e meno male!
Ché certe cose davvero non le sopporto più…
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‘:) Ciao Poetella!
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Cis’…
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