Detta fu la fine, la fine, si chiamò per nome.
Si normalizzano le devianze.
Questa società è un periplo di inetti avvezzi allo sciacallaggio.
L’infanzia non è più un periodo da vivere per i bambini, che devono essere ben oltre le aspettative adolescenziali.
Lo stadio dello sviluppo umano è sovrastato dal progresso sociale, la competizione è la forma mentis che crea autonomia.
Siamo nel vortice dell’automatizzazione dei sentimenti.
L’umano e l’umanità sono (s)finiti.
Il gioco è diventata una forma professionale e lo scherzo un atto impietosamente relazionato al bullismo.
I figli si sono trasformati in un’autorealizzazione
di genitori spersi e sperduti.
L’umano e l’umanità sono finiti.
Non si allena più la fantasia per l’immaginazione.
Senza immaginazione, è tutto finito.
Che bella cosa hai scritto… Grazie per averla condivisa!
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Grazie.
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